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lunedì 12 novembre 2012

PREMIO MASSIMO AI DIRIGENTI DEL MINISTERO DEL LAVORO

Dal sito
http://notizie.tiscali.it/socialnews/Caglini/4966/articoli/QUANDO-IL-CATTIVO-ESEMPIO-VIENE-DALL-ALTO.html

"""""""""Quando il (cattivo) esempio viene dall’alto: premio massimo ai dirigenti del ministero del Lavoro

di Pepe Caglini

Ogni santo giorno che il buon Dio manda sulla terra tante persone cercano di migliorare dal basso questo paese agendo nel loro piccolo ambito, impegnandosi, rischiando, pagando magari di persona. Ogni santo giorno che il buon Dio manda sulla terra, altre persone, dall’alto, sabotano sistematicamente ciò che fanno le prime così che tutto il buon lavoro va a ramengo e quando si fa un passetto avanti è solo per farne precipitosamente due indietro.

Questo è il senso della firma apposta dal ministro Fornero per autorizzare il premio massimo previsto nel contratto di lavoro di tutti i 188 dirigenti del suo ministero. Si fanno degli incredibili sforzi, in questo disgraziato paese, per far passare il concetto di merito in ambienti refrattari a qualsiasi idea di concorrenza e di selezione? Si cerca di far capire che si tratta dell’unica via perché qualsiasi riforma possa trovare pratica attuazione – al di là degli annunci che lasciano il tempo che trovano – e perché i conti possano essere rimessi sotto controllo? Tutte sciocchezze, avevamo ancora una volta scherzato e peggio per voi che ci avete creduto.

Quando un gesto del genere non viene fatto da un oscuro dirigente di un qualche periferico ente ma dal Ministro in persona, cioè proprio dalla figura che più di tutte le altre dovrebbe rappresentare l’autorità dello Stato insieme alla sua volontà di dare precisi segnali alla popolazione, l’effetto è devastante. Il messaggio è: voi, che non contate nulla, continuate pure ad illudervi di poter un giorno azzerare i nostri privilegi; noi, che tutto possiamo, staremo molto attenti a che ciò non avvenga perché tutto si può toccare ma non certi equilibri.

Dire, come ha detto il ministro, che non poteva non firmare questa autentica presa in giro perché le valutazioni dei dirigenti in questione erano tecnicamente ineccepibili (sarebbero stati raggiunti, pensate un po’, tutti gli obbiettivi assegnati l’anno precedente, peccato che noi non ce ne siamo accorti visto come stanno andando le cose in quel ministero) equivale a considerare gli italiani un branco di sprovveduti. Chi è infatti che non sa che quando si stabiliscono tre livelli di performance in un qualsiasi gruppo di lavoratori – queste grosso modo le regole per i dirigenti di cui parliamo – i migliori, coloro cioè che conquistano il premio massimo, in genere non superano il 10% circa della popolazione interessata?

E che se anche presso il ministero presieduto dalla signora Fornero si fosse verificata la stessa situazione che empiricamente si forma in qualsiasi medio ambiente di lavoro (cosa in realtà improbabile visto che non siamo in Francia, dove i dirigenti del settore pubblico sono generalmente più qualificati di quelli del settore privato) il numero dei dirigenti classificati con il massimo punteggio non avrebbe dunque potuto superare la ventina di persone? No, il ministro Fornero, storcendo in verità un po’ il naso, bontà sua, firma però questa perla di ignoranza, di ipocrisia e di improntitudine bella e buona. Così, in giro per il mondo, avranno un altro buon motivo per ridere di noi e per ammirare la nostra inesauribile capacità di inventare materiale per chi vive di satira (Crozza ringrazia). Qualcuno, nell’entourage del Presidente Monti, si sta chiedendo in questo momento come faranno a darla da bere ancora per molto ai loro referenti europei, così prodighi di lodi per il recupero della credibilità italiana, con questi comportamenti che stanno ad indicare tutto il contrario?

Può anche darsi che per imperscrutabili motivi burocratici – sappiamo bene quanto questo sia un campo minato e pieno di sorprese – il ministro non avesse altra scelta che quella di firmare il ridicolo e soprattutto diseducativo provvedimento, oppure dimettersi. Ebbene la sciagurata ha scelto di firmare, perdendo così (non dimettendosi) una magnifica occasione di realizzare dal vivo uno straordinario spot pubblicitario – che oltretutto non sarebbe costato nulla ai contribuenti – a favore del merito, della meritocrazia, della selezione e della concorrenza.

Oh ministro Fornero, quanto sarebbe stato ascoltato questo spot, in tutti gli ambienti, sia in quelli produttivi dove si fa e sia soprattutto in quelli improduttivi dove invece si disfa e quanto esso avrebbe contribuito a comunicare che sì, è vero, il paese con questo governo ha veramente cambiato direzione e l’era dei sabotaggi nei confronti di quelli che si impegnano ogni santo giorno è proprio finita!
12 novembre 2012""""""""""
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COMMENTO ALP-AGL Ministero del Lavoro
Siamo nati da 4 mesi e mezzo e, pertanto, non siamo tra le Federazioni e Confederazioni Sindacali rappresentative nè nel Ministero del Lavoro nè nel Pubblico Impiego. Per cui nè abbiamo partecipato ad alcuna riunione inerente l'argomento nè ne sapevamo nulla prima di leggere questo articolo. Attendiamo dagli interessati conferme, smentite o correzioni. Se la notizia fosse confermata la stessa (saranno d'accordo i dipendenti non dirigenti del Ministero) sarebbe la conferma di quale distanza vi sia tra chi dirige questo Dicastero e la realtà del mondo del lavoro. Rivolgiamo il nostro pensiero ai morti sul lavoro, ai disoccupati, ai precari, ai cassintegrati, ai lavoranti in nero, ai pensionati, agli invalidi,ai lavoratori tutti , alle imprese, che pensavano, pensano ed erano pronti a ritenere che in Italia ci fosse un Ministero che si occupasse di loro, pur tra tante difficoltà e sacrifici (?).
Un altro pensiero va ai dipendenti del Ministero i quali non solo non hanno avuto accesso a questi premi ma non sono messi neppure in condizione di lavorare decentemente.
E da ultimo, la solidarietà nostra va ai sindacati rappresentativi del Ministero del Lavoro i quali , pur in un panorama disastroso come quello del sindacalismo pubblico, forse non meritavano una "tranvata" di quese dimensioni che distrugge ogni loro credibilità e rende inutile il lavoro di anni effettuato da coloro, al loro interno, che, seppur maldestramente, hanno agito in buona fede.

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